«Omero […] ha scritto il poema dei vincitori, ma sono convinto che gli sconfitti hanno scritto anche loro un poema, che è scomparso. Ecco il mio compito, scrivere quell’epopea».

Così Mahmoud Darwish, il più importante poeta palestinese ed arabo contemporaneo, alla fine dei suoi giorni. E sulle sue orme, noi. Noi che vogliamo raccogliere un testimone, rispettare delle promesse fatte a chi ci ha chiesto solamente di raccontare delle storie. Anche nostro, il compito di raccontare quell’epopea. Un’epopea, quella degli sconfitti, che però non deve intendersi della resa o della rassegnazione, ma della rammemorazione. Questo è il nostro obiettivo: costruire un poema/narrazione che permetta a queste storie di non venire dimenticate.

Panel 1

La mostra fotografica

Poeti troiani nasce innanzitutto dalla mostra fotografica Le strade dell’apartheid di Luca Greco, 30 fotografie in bianco e nero per testimoniare la condizione di segregazione fisica e mentale in Palestina, nei campi Saharawi e in Irlanda del Nord.

Panel 2

Il progetto teatrale

Poeti troiani ha dato vita ad un progetto teatrale collegato alla tematiche di Le strade dell’apartheid: abbiamo infatti pensato di implementare la potenza divulgativa delle immagini della mostra abbinandovi tre storie, una per ogni popolo e situazione coinvolti nella narrazione. Abbiamo quindi individuato tre persone particolarmente significative per la loro parabola di vita ed il legame col contesto: queste sono Juliano Mer Khamis, Bobby Sands e Mariem Hassan. A partire dalle loro storie sono stati creati tre reading/letture della durata di 20′ circa (una per ognuno di essi), uno spettacolo teatrale che unisce le tre voci, Poeti troiani, e uno spettacolo sul popolo saharawi e Mariem Hassan, Deserto.

Panel 3

Il libro

La mostra fotografica Le strade dell’apartheid è diventato un libro! Edito dalla casa editrice Edizioni Mondo Nuovo, è uscito il 12 marzo 2020.

Panel 4

Chi siamo

Siamo un duo. In realtà un trio, ma quello (molto, molto) minorenne se ne è tenuto fuori, per il momento. Chiara Tarabotti e Luca Greco. Compagna e compagno, abbiamo deciso di unirci per questo progetto. Una joint venture, potremmo dire. Alla faccia delle crisi di coppia.